LACOR HOSPITAL:
IL CONTRIBUTO DI MAPS
AD UNA STORIA EPICA

Consulenza strategica per lo sviluppo
del Lacor Hospital (Gulu, Uganda)
in collaborazione con Fondazione Corti Onlus – Milano

MAPS lavora fianco a fianco con la direzione del St.Mary’s Lacor Hospital (nel nord dell’Uganda) e con la fondazione Piero e Lucille Corti (principale ente finanziatore dell’ospedale, con sede a Milano) dal giugno del 2009.

Un’avventura iniziata a partire da una circoscritta esigenza formativa e cresciuta nel tempo fino a diventare un vasto ed appassionato sodalizio volto a guidare costantemente la crescita della struttura organizzativa dell’ospedale, nonché il cambiamento dei rapporti tra l’ospedale e un paese in costante evoluzione, e di quelli tra la Fondazione che da tanti anni lo sostiene ed un management finalmente integralmente ugandese.

La storia del Lacor è di quelle che mettono i brividi, e non a caso è considerato un case-study unico nel mondo della cooperazione internazionale allo sviluppo.
Fondato oltre cinquant’anni fa come un tradizionale ospedale missionario da una coppia di medici italo-canadese in un paese alle soglie dell’indipendenza dai coloni inglesi, ha attraversato la tumultuosa e drammatica storia del paese.

Dalla sanguinosa dittatura di Idi Amin Dada alle fratricide guerre che hanno opposto milizie e forze governative negli anni successivi rendendolo un porto franco per guerriglieri e civili, i quali si rifugiavano nei suoi cortili a migliaia ogni notte per fuggire ai massacri.
Dall’epidemia di ebola che ha falcidiato il suo personale (compresa la figura mitica del dottor Matthew Lukwiya, collaboratore dei fondatori, promesso direttore e amatissimo dal personale dell’ospedale, morto di ebola nel tentativo di salvare alcuni colleghi) al rapido cambiamento economico e sociale degli ultimi quindici anni che ha riempito il paese di opportunità ma paradossalmente reso ancora più stridenti le differenze con l’isolato nord.

Nello scorrere impetuoso di questa storia l’ospedale ha resistito, si è rafforzato ed è passato dall’avere qualche decina di letti fino ad essere il principale ospedale del nord del paese, con oltre duecentomila pazienti serviti ogni anno, 20 tra unità e dipartimenti, e più di 600 dipendenti, tutti ugandesi.

 

Questa vertiginosa crescita ha imposto all’ospedale (e alla Fondazione nata per garantirne lo sviluppo economico) un cambiamento radicale: passare da una gestione “familiare” ad una strutturazione propria di una grande organizzazione dotata di un management specializzato e suddiviso in livelli di competenza, di strumenti e organi di governo interno, di valutazione e continuo rafforzamento della qualità dei servizi.
MAPS in questi cinque anni ha contribuito alla stesura di un nuovo piano strategico, affiancato la fondazione in una serie di delicate scelte e disegnato ed implementato due grandi progetti di intervento sul personale infermieristico e medico. In particolare l’ultimo progetto, quello volto a integrare nel management dell’ospedale il personale medico specializzato, è il più ambizioso ed appassionante. In un paese nel quale un medico specialista ha uno status vicino a quello di una divinità, appariva come una sfida difficilissima quella di coinvolgere il personale medico dell’ospedale in un percorso di cambiamento che portasse alla creazione di una vera classe di direttori di dipartimento in stretta collaborazione con il top-management.

Dopo un’approfondita analisi di sistema, e grazie all’accreditamento guadagnato negli anni, alla fine del primo anno di progetto questo obiettivo appare sempre più a portata di mano e i medici sono finalmente entrati nella grande macchina organizzativa dell’ospedale superando i fattori che rendevano questo passaggio difficilissimo: dal loro “splendido isolamento” professionale alla difficoltà di delega del top-management. Una miscela di nuovi strumenti introdotti (tavoli di coordinamento, brain storming strategici, procedure e documentazione) e di pratiche interattive (interviste, affiancamenti on the job, momenti consulenziali e di ricerca) sta preparato il terreno.

Dopo oltre 15 viaggi nel paese africano MAPS si sente ora parte di questa storia unica. La quale per certi versi è appena iniziata.

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